A che punto siamo con l’Agrivoltaico?

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Nel corso del 2021, il tema dell’ Agrivoltaico è salito alla ribalta nel dibattito sulla transizione ecologica e sulle politiche ad essa legate. In questo articolo, vogliamo fornire una prima sintesi degli impegni, delle dichiarazioni degli addetti ai lavori e del quadro normativo inerente ai sistemi agrivoltaici in Italia. Il presente articolo è aggiornato a Ottobre 2021.

Dichiarazioni dei Ministri

Il dibattito sull’agrivoltaico si è intensificato dopo la pausa estiva, con il fioccare di iniziative, webinar e dichiarazioni pubbliche. Registriamo le due principali prese di posizione pubbliche dei due ministri principalmente coinvolti sul tema. Il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani, in un’intervista all’Espresso, ha dichiarato:

[…] Il nostro modello di agro-voltaico, di cui ho già parlato con le principali organizzazioni di settore, è verticale e non prevede la messa a terra dei pannelli. I pannelli sono rialzati e permettono di coltivare al di sotto. Senza toccare un centimetro di terreno, il sistema rende l’azienda agricola autonoma dal punto di vista energetico: metti l’agro-voltaico verticale sui campi coltivati, copri con i pannelli i tetti dei capannoni degli allevamenti.”

Di tenore molto più contenuto sono state invece le dichiarazioni del ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli in una recente audizione alle Camere. Egli ha dichiarato:

[…] La nostra progettualità come Mipaaf, alla quale abbiamo dato la priorità, è la realizzazione degli impianti fotovoltaici sulle coperture degli edifici e non a terra. La produzione incentivata di energia elettrica da campo fotovoltaico è prevista nel PNRR con la misura dell’agrovoltaico, che prevede però la coltivazione sottostante. Io ho alcune perplessità su questo e l’ho espresso più volte. Segnalo, però, le linee guida che stiamo predisponendo con il CREA, che saranno disponibili nel minor tempo possibile, soprattutto con riguardo ai meccanismi incentivanti, che non dovranno far diventare aziende energetiche le nostre aziende agricole ma che dovranno incentivare l’investimento e non il kilowattora, perché altrimenti gli agricoltori daranno in affitto i loro terreni a società energetiche, che produrranno energia, ma lì sotto non si coltiverà niente […]”.

PNRR e DL semplificazioni

E’ ormai noto a tutti che il PNRR ha stanziato 1,1 miliardi di euro per la misura dell’agrivoltaico, tuttavia non è ancora chiaro come effettivamente queste risorse arriveranno sui territori (incentivi, aste, bandi regionali, etc) ma c’è da aspettarsi che entro fine anno il quadro sarà più limpido. Le dichiarazioni di Patuanelli fanno presagire l’arrivo di incentivi in conto capitale per la realizzazione degli impianti, ovvero finanziamenti a fondo perduto o a tasso agevolati concessi per realizzare i sistemi agrivoltaici. Staremo a vedere e vi terremo aggiornati.

Quest’estate senz’altro è stato fatto un passo in avanti in questa direzione, garantendo l’inclusione dei sistemi agrivoltaici nei futuri meccanismi incentivanti; ciò è stato possibile attraverso un articolo del DL semplificazioni che ha modificato le norme pre-esistenti. Adesso gli incentivi statali verranno estesi anche agli impianti fotovoltaici in ambito agricolo (o agrivoltaici), a patto che sia verificata la contemporanea presenza delle seguenti 3 condizioni:

– uso di soluzioni innovative

– siano sollevati da terra (in modo da non compromettere l’attività agricola e pastorale)

– abbiano sistemi di monitoraggio che consentano di verificarne l’impatto ambientale

Ulteriori info e dettaglii della norma disponibili su infobuildenergia.it.

Recepimento della direttiva UE sulle rinnovabili (RED2)

E’ ancora in corso il processo di recepimento nell’ordinamento legislativo nazionale della Direttiva UE 2018/2001 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Tra i vari temi inerenti alla direttiva di cui si discute, segnaliamo che a metà Ottobre è stata ritirata la proposta di emendamento, proveniente dalla Conferenza unificata tra Stato, Regioni, Province e Comuni, atta ad introdurre un limite del 5% della superficie agricola utilizzata, come porzione massima dedicabile alla produzione di energia nell’ambito di progetti agrivoltaici e fotovoltaici a terra. Ciò avrebbe costituito un forte impedimento allo sviluppo di sistemi agrivoltaici, per il momento tale eventualità è stata evitata.

Ulteriori info e dettagli disponibili su QualEnergia.it.